
Una persona vegana vive come tutte le altre, mangia e veste come tutte le altre, ma con delle semplicissime scelte quotidiane riesce a evitare a migliaia di animali una vita di sofferenza e una morte atroce.
Tutti noi ogni giorno compiamo moltissime piccole scelte… Essere vegani significa semplicemente introdurre nelle nostre scelte un parametro in più: il fatto che per produrre una certa cosa vengano uccisi o meno degli animali. Basta dunque escludere dai nostri acquisti tutti i prodotti che derivano dagli animali.
Nel diventare vegani non dobbiamo fare rinunce , ma cambiare abitudini. E che cos’è mai un cambio di abitudini rispetto all’enorme sofferenza degli animali e alla loro uccisione?

Non serve amare gli animali per decidere di non far loro del male: è una questione di senso di giustizia, di rispetto. Ma chi ritiene di “amare gli animali”, a maggior ragione dovrebbe riflettere sul fatto che gli “animali” non sono solo cani e gatti, ma anche tutti gli altri: conigli, maiali, polli, galline e pulcini, cavalli, mucche, vitelli e manzi. Tutti sono esseri senzienti che provano dolore e sofferenza, ma anche affetto, amore, gioia di vivere. Come i cani e i gatti e come noi umani.
Gli animali sono sottoposti a enormi sofferenze negli allevamenti di ogni genere (che siano intensivi, o biologici o i rarissimi piccoli allevamenti) e poi uccisi, per la vendita di vari prodotti: carne e pesce, latte, formaggio e latticini, uova, miele, lana, piume, pelle, seta, pellicce. I maltrattamenti a cui sono sottoposti e il modo in cui vengono uccisi varia da una specie all’altra, ma tutti, assolutamente tutti gli animali che sono allevati per produrre qualcosa alla fine sono uccisi, anche quando non si tratta di carne. A fine utilizzo, anche gli animali usati nell’industria del latte e delle uova sono macellati.
Cosa significa mangiare vegan?
Mangiare vegan non significa mangiare cose strane, o solo super-salutiste, o, al contrario, tutti cibi preconfezionati. Semplicemente, basterebbe imparare a preparare i nostri piatti abituali variando alcuni ingredienti e poi strada facendo ne possiamo aggiungere molti altri di nuovi!
Ti piaceva la pasta al pomodoro e tonno? Mangiala con pomodoro e olive. Ti piacevano le lasagne al forno? Le puoi fare tali e quali, ma con besciamella vegetale e ragù fatto con verdure oppure seitan, lenticchie, soia, ecc.
Ti piaceva la crostata alla crema? Puoi prepararla ancora, usando latte di soia al posto del latte e olio al posto del burro. E così per ogni piatto: è semplice, non serve alcuna rivoluzione, solo piccoli cambiamenti. Piccoli per noi, grandi per gli animali, perché salvano loro la vita.

I vantaggi collaterali: salute e ambiente
C’è chi sceglie un’alimentazione 100% vegetale per la propria salute o per motivi ecologisti, o sceglie di limitare i prodotti animali per diminuire i danni a se stesso e al pianeta (col tempo può compiere la scelta completa e diventare vegani).
Chi invece fa la scelta vegana per gli animali, si ritrova ad avere “gratis” questi vantaggi come effetto collaterale: una miglior salute, perché vengono eliminati dalla dieta i cibi più dannosi, e un impatto ambientale molto minore, praticamente la scelta più potente che possiamo fare come singoli individui per pesare di meno sul pianeta!
Vegetariano non basta. Perché?

Diventare vegetariani non basta, perché anche per la produzione di latte (e formaggi e ogni tipo di latticini) e uova gli animali sono uccisi. Sicuramente non ha senso considerare sbagliata l’uccisione per la carne e giusta quella per il latte e le uova… oltretutto, negli allevamenti per la produzione di latte e uova gli animali soffrono ancora di più che in quelli per la produzione di carne.
La mucca produce latte, come ogni mammifero, donne incluse, solo dopo il parto. Il vitellino viene subito portato via e il dolore della separazione è lancinante per mamma e figlio. Il cucciolo viene macellato a 6 mesi. La madre viene munta ogni giorno e viene fatta partorire una volta l’anno. Dopo 3-4 parti è talmente sfruttata che non serve più, e viene macellata, a circa 5 anni d’età, mentre in natura vivrebbe 20 anni.
Riguardo alle uova, dalle incubatrici dell’industria della uova nascono ogni giorno metà pulcini maschi e metà femmine: i maschi vengono uccisi subito, perché inutili alla produzione di uova, le femmine vengono portate nei capannoni dove sono costrette a produrre uova a un ritmo che in natura mai potrebbero sostenere. Dopo due anni, sfinite, malate e non più abbastanza produttive, vengono macellate (in natura vivrebbero 6 anni).
Tutto questo avviene in ogni genere di allevamento, non solo in quelli intensivi, ed è inevitabile: non si potrebbe mai e poi mai mantenere in vita tutte le mucche e le galline ovaiole e i vitelli e i pulcini maschi “scarto di produzione” di queste industrie, non basterebbe lo spazio sulla Terra.
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Grazie mille 🙂